Bici d'epoca, Sport

La mitica SLAVIA rivive sulle strade del Tour de France

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17 ore e 17 minuti. È così che ci è voluto a Vladimír Vidim per conquistare la tappa 20 lunga 135 chilometri del Tour de France 2019 in sella ad una replica della bicicletta d’epoca SLAVIA del 1896. Anche se più di 12.000 compagni di corsa dell’evento L’Étape du Tour avevano già tagliato il traguardo molto tempo prima, non ha mai preso in considerazione l’idea di arrendersi. Questa è una storia di immensa determinazione e amore per il ciclismo.

L’idea

Era l’inizio del gennaio 2019, quando un meccanico di una squadra di ciclisti professionisti e detentore di numerosi record Cechi su biciclette d’epoca, si è incontrato al bar con un amico per lanciare un’altra sfida estrema. Gli era venuto in mente che avrebbe potuto riportare in vita una delle famose biciclette SLAVIA e pedalare sulle strade del Tour. Questo era il nome delle bici prodotte da ŠKODA quando nacque per la prima volta la casa automobilistica: due signori, Václav Laurin e Václav Klement, fondarono una società di costruzioni di biciclette nel 1895, poi passarono alle motociclette, infine la prima auto, e il resto è storia.

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Il progetto

Riuscire a realizzare questa bicicletta dice Vladimír che non è stato proprio facile. Alcuni originali SLAVIA Laurin & Klement progettati per l’uso quotidiano sono sopravvissuti e possono essere trovati al Museo ŠKODA e in collezioni private, ma non vi era traccia di alcun modello da corsa. Non restava altro che iniziare a costruire la sua bici basandosi su vecchie fotografie, brochure d’epoca e altra documentazione dagli archivi ŠKODA. Ha usato righelli e goniometri per dedurre le lunghezze e gli angoli originali.

Le cose sono diventate più difficili quando si trattava di elaborare i dettagli perché le immagini non mostravano davvero se i tubi fossero dritti o piegati. Alla fine, Vladimír ha utilizzato tubi senza saldatura al cromo-molibdeno con diametro di 32 mm. Ha dovuto costruire la bici completamente da zero, compresi tutti i componenti e le congiunzioni.

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L’originale SLAVIA non aveva la ruota libera posteriore, né i freni che tutti conosciamo, quindi l’unico modo per regolare la velocità era andare in contropendenza o bloccare la ruota pedalando all’indietro, proprio come le bici con cambio fisso di oggi. “Avevamo pensato di montare un freno, ma ciò sarebbe stato allontanarsi troppo dall’originale e la bici avrebbe perso un pò della sua magia”, spiega Vladimír.

La ricerca della documentazione, i preparativi e la costruzione della bicicletta sono durati tre mesi. Poi finalmente tutto era pronto per affrontare la sfida, di pedalare e “camminare” lungo la tappa 20 del Tour 2019 con la mitica SLAVIA da 18kg.

SLAVIA a l’Étape du Tour

Per la gara, Vladimír si è vestito con abbigliamento, una borraccia da ciclismo e scarpe coerenti con lo stile inizio del XX secolo, quando ebbe luogo per la prima volta il Tour de France (1903). Ha affrontato i 135 chilometri, con un’altitudine totale di 4.563 metri e tre ripide salite montane, in 17 ore e 17 minuti, perché ha dovuto percorrere una buona parte del tragitto a piedi (40km). Infatti l’impossibilità di spingere un così duro rapporto in salita e quella di non poter frenare con sicurezza in discesa, lo ha costretto a fare questa scelta.

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L’atmosfera amichevole e la solidarietà degli altri partecipanti a L’Étape hanno contribuito ad affrontare tutte le difficoltà del durissimo percorso. C’è stato il momento in cui Vladimir ha attraversato dei passi con migliaia di fan esultanti a quello invece in cui un francese dall’aspetto serio ha riempito la sua bottiglia d’acqua senza battere ciglio. Anche il supporto della sua famiglia è stato di grande aiuto: sua moglie e suo figlio gli hanno fatto compagnia nell’ultima sezione notturna della gara illuminando la strada con i fari dell’auto di supporto, una ŠKODA ovviamente!

Anche se Vladimír è arrivato ultimo e molto dopo il limite stabilito, che di solito significa squalifica dalla gara, una medaglia d’onore de L’Étape gli è stata meritatamente assegnata, perché un’impresa così eroica, unica ed emozionante ha fatto chiudere gli occhi anche agli organizzatori, a dispetto delle regole.

Fonte: skoda-storyboard.com