La Ritchey SoftTail diventa gravel. Operazione nostalgia

La mitica Ritchey SoftTail dopo quasi 30 anni esce dal garage per tornare a pedalare, questa volta sulla ghiaia, ma senza certo dimenticare la sua anima di fuoristrada. Si, una vera e propria operazione nostalgia, perché il nostro amico Maurizio ha vissuto i favolosi anni ’90 della mountain bike in Italia, quando le biciclette di Tom Ritchey erano l’oggetto del desiderio di ogni biker. Belle, leggere e performanti, ma anche costose e non sempre facili da acquistare. L’idea di trasformare la SoftTail in gravel è una provocazione si, ma allo stesso tempo anche un omaggio ai 50 anni di attività della Ritchey.


Molte modifiche sostanziali e la SoftTail diventa una bici gravel
C’era solo l’imbarazzo della scelta, perché appese in garage erano presenti anche una Ritchey P21 e una Plexus. Ma poi si è deciso di puntare sulla SoftTail, decisamente più particolare per il doppio sistema di ammortizzazione, che esordì nel 1996 con in sella il famoso Thomas Frischknecht (Frischi) vincitore del campionato mondiale XC Elite a Cairns. Ma andiamo a vedere che cosa è stato fatto per ridare vita a questa bici leggendaria.

Ruote pneumatici e freni
Innanzi tutto le ruote, che dalla classica misura da 26″ sono state sostituite con delle 27,5 (650B) con pista frenante, di non facile reperibilità visto ormai la popolarità dei freni a disco. Di conseguenza anche dei freni vintage V-Brake Ritchey hanno preso il posto dei vecchi cantilever, con i pattini che sono stati modificati per adattarli ai nuovi cerchi. I pneumatici sono i performanti WTB Venture 47×650 con camera d’aria.
Trasmissione e ammortizzatori
La trasmissione è stata completamente modificata, eliminando la classica tripla (22-32-42) con una doppia Middleburn (30×42) gestita dagli attuali comandi al manubrio Sram Apex 10V. Il pacco pignoni è uno SRAM X0 (11-36) a 10 velocità e cambio sempre SRAM X9. Deragliatore e pedali Shimano XT vintage. La forcella anteriore è stata mantenuta come era in origine, una bella Rock Shox MAG 20 che all’epoca era top di gamma.
Manubrio e sella
Per completare l’opera passiamo al manubrio, che è stato sostituito con il moderno Ritchey Comp Venturemax in alluminio con nastro Ritchey e attacco vintage Specialized da 10cm. La serie sterzo da 1 1/8 è sempre Ritchey WCS vintage. Un ultima chicca è invece la mitica Flite di Selle Italia in versione originale d’epoca con canotto reggisella in alluminio Ritchey vintage. Insomma una bella cura ricostituente per riportare la “vecchietta” su strada e pedalare in stile gravel.
Finalmente in sella alla Ritchey SoftTail da “ghiaia”
E’ stata una bella emozione per Maurizio risalire il sella alla sua SoftTail dopo tanti anni e i ricordi delle mille avventure vissute in quel periodo sono ancora ben chiari nella sua mente. La mountain bike era in grande crescita e la Ritchey insieme a altri brand americani, dominavano il mondo delle competizioni. Acciaio, titanio e dopo alluminio, il carbonio ancora non era entrato in gioco, ma le prestazioni degli atleti dell’epoca erano comunque di tutto rispetto.

Ma torniamo alla nostra Ritchey SoftTail, che già dalle prime pedalate su sterrato faceva valere le sue doti fuoristradistiche. L’impostazione certo adesso è molto simile a una gravel moderna, ma la geometria classica del telaio in acciaio Tange Prestige ricorda delle sensazioni di guida quasi dimenticate. Leggero, e flessibile quanto basta per un comfort di guida perfetto sulla ghiaia, non disdegna certo i terreni più accidentati, che sono parte suo DNA.
Il sistema ammortizzante fa il suo dovere, ovviamente considerando i limiti dei componenti vintage, e anche alzandosi sui pedali mantiene un “damping” molto contenuto. L’impostazione in sella è notevole, grazie anche al manubrio gravel di ultima generazione che offre un’impugnatura bassa, molto comoda e performante. La combinazione di rapporti, che sono assimilabili alle gravel moderne, è abbastanza modulare per affrontare quasi tutti i tipi di percorsi su strada e sterrato. I freni V-Brake infine possiamo dire che sono all’altezza della situazione.



In conclusione. Gallery
Insomma esperimento riuscito e grande soddisfazione per aver ridato vita a una bicicletta che ha fatto la storia della mountain bike. Tutto sommato la Ritchey SoftTail non è stata neanche snaturata, considerando che con l’assetto da 27,5″ e un buon manico si può utilizzare anche su percorsi più accidentati. Comunque certo non sfigurerebbe al confronto con le gravel moderne, considerando anche il suo peso di soli 11kg…




urbancycling.it© – Photo credit: Mauro Tarani