Grafica, Pubblicità, Società

SLA. Fermi ma non per scelta!

Marco Santinelli é il designer che ha scelto la bicicletta come soggetto per rappresentare la campagna pubblicitaria volta ad aumentare la consapevolezza ed a  far conoscere questa  tremenda malattia chiamata SLA.

Efficace il messaggio che arriva da questo manifesto che ci deve far riflettere.

 

Aisla: Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica

1) Cliente: AISLA Onlus è un’Associazione indipendente fondata nel 1983 da un piccolo gruppo di persone che, frustrate dalla loro esperienza di isolamento e di abbandono ma piene di speranza e visione futura per migliorare la situazione di pazienti e familiari, si costituiscono in Associazione per poter contrastare l’incubo della Sclerosi Laterale Amiotrofica. Nel 1999 AISLA Onlus ha ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero della Sanità e nel 2001 la malattia è stata inserita nell’elenco delle malattie rare, comportando quindi una serie di agevolazioni e diritti in ambito di prestazioni sanitarie per i pazienti. Nel 2008 diventa Socio Aderente dell’Istituto Italiano della Donazione organismo che ne attesta l’uso chiaro, trasparente ed efficace dei fondi raccolti, a tutela dei diritti del donatore, ed è autorizzata all’uso del marchio “Donare con fiducia”.

2) Cosa è la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica)
La SLA è una malattia neurodegenerativa e progressiva del sistema nervoso che attacca selettivamente i motoneuroni. Sono circa 1000 i pazienti che ogni anno vengono colpiti da questa gravissima malattia di origine ancora ignota.
Questa patologia porta alla paralisi completa sino alla morte per insufficienza respiratoria e nella maggior parte dei casi lascia integre la lucidità mentale, l’emotività e la sessualità.
Quindi le persone affette da tale malattia dipendono completamente dagli altri, nella piena consapevolezza del loro stato di impotenza. Prigionieri nel loro corpo alla fine riescono a comunicare solo attraverso lo sguardo.

3) Problemi
– è poco conosciuta
– è rara, non comporta numeri che fanno paura.
– non le viene riconosciuto un impatto sociale “forte”
– ha un carico assistenziale, sanitario, familiare e sociale, molto alto.
Per questi motivi è di conseguenza più complesso risvegliare le coscienze e l’attenzione del pubblico.

4) Scopo del nostro lavoro: identificare una strategia di comunicazione in grado di
– portare l’attenzione del pubblico su questa malattia.
– aggirare gli aspetti razionali “sono pochi casi all’anno” evidenziando il fatto che “può colpire chiunque in qualunque momento”,
– rimarcare il diritto di questi malati a poter vivere con dignità la propria difficile condizione.

5) Strategia Creativa
Dobbiamo trovare soluzioni “creative/media” che facciano “irrompere nel quotidiano delle persone” questa malattia pressoché ignota.
Dobbiamo far percepire il lato crudele di questa malattia per far scattare nelle persone l’impulso a intervenire al di là della considerazione razionale “sono pochi casi all’anno”, “è improbabile che tocchi a me”.
Dobbiamo fare scattare nelle persone esposte alla nostra comunicazione la molla del “non possiamo lasciare indietro nessuno”.
Il lato crudele, come già sottolineato, è che i malati di SLA restano assolutamente consapevoli e lucidi durante il progredire della malattia.
È come essere murati o sepolti vivi. Lentamente.